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Nel giglio di mare sento il profumo del giacinto
Luna piena, luna rossa giapponese, con il suo riflesso arancio illumina il mare che la rende sovrana, abbandonandosi alla sua maestosità. Le barche sonnecchiano curve aspettando l’aurora sulla costa jonica della locride. Il giglio di mare o pancratium maritimum saluta il nuovo giorno, illuminato dai primi raggi del sole.
Il profumo del giglio di mare è tenue in questo momento, ma sarà più intenso la sera quando ricorderà un po’ anche il profumo del giacinto che allude al suo nome in spagnolo, ossia “jacinto de mar“.
Il nome ufficiale del giglio di mare
Il nome botanico di questa pianta è: “Pancratium Maritimum“ mentre il nome inglese è “sea daffodil“.
Il nome della pianta: “Pancratium” deriva dal greco παν (pan, ‘tutto’) e κρατυς (cratys, ‘potente’) per le sue presunte proprieta’ medicinali e per la capacità di resistenza della pianta alle condizioni climatiche di caldo estremo, mentre “Maritimum” viene dal latino ‘mar’, che identifica il suo habitat marittimo.
L’ impollinazione e la diffusione in natura
Il giglio di mare è impollinato per impollinazione incrociata dalle falene della famiglia delle sphingidae che hanno generalmente una spirotromba più sviluppata che permette loro di succhiare il nettare dai fiori tubolari o a calice profondo. Questi lepidotteri visitano il fiore solo quando la velocità del vento è inferiore a due metri al secondo.
Una particolarità dei semi del giglio di mare è che galleggiano, per cui la diffusione della specie avviene anche tramite le correnti marine. I semi leggeri del giglio di mare sono neri e sono avvolti da una menbrana spugnosa (pericarpo), sempre di colore nero, che ne permette proprio il galleggiamento e la diffusione.
Descrizione del giglio di mare, la famiglia
Per questo ora vi descrivo il giglio di mare, una pianta erbacea perenne, con grande bulbo ovoide, profondamente interrato, facente parte della famiglia delle amaryllidaceae, che ricorda un po’ per la forma, il colore ed il profumo, i gigli.
Le foglie dei gigli di mare sono di un grigio verde tenue, glauco e sono lineari ed erette e spesso ritorte a spirale.
Le foglie compaiono già in inverno.
Descrizione dei gigli di mare, fiori, frutti, semi
Le infiorescenze producono dai tre ai quindici fiori a tubo, grandi tra i sei e gli otto centimetri, ermafroditi di un bianco candido con sei tepali striati di verde.
La fioritura del giglio di mare avviene da luglio ad ottobre.
Il frutto è una capsula che rilascia a maturazione grandi semi neri, avvolti da una membrana spugnosa che ne facilita il galleggiamento e la diffusione tramite le correnti marine.
Habitat del giglio di mare
Ma dove cresce in Italia? Solo sulla costa jonica?No, in Italia cresce spontaneo lungo le coste occidentali ed adriatiche, sulla costa ionica calabrese e nelle isole minori e maggiori e comunque lungo le coste dei paesi mediterranei (tra cui molte isole greche), con fioritura che ammalia l’osservatore da luglio a settembre.
Un altro giglio di mare sardo
Un’altra specie di giglio è il giglio marino di Sardegna o giglio a stella che ha un tubo corollino lungo 1,5 cm e che fiorisce tra aprile e maggio in Sardegna e Corsica, mentre è naturalizzata a Capraia e sull’isola d’Elba. Il fiore, portato da un lungo peduncolo, cresce tra pendii erbosi e rupi vicino al mare, da un grande bulbo dal quale dipartono parecchie foglie nastriformi, appiattite e lunghe fino a 50 cm
Giglio di mare, potere della natura
Questa meravigliosa pianta mi ha sempre affascinata per la sua capacità di fiorire sulle coste e sulle dune sabbiose che si arroventano con il calore del sole.
E’ incredibile come la natura riesca a creare armonia, equilibrio e bellezza in tutte le sue forme viventi!
La bellezza di questa pianta pare che si ritrovi anche nella Bibbia, nel Cantico dei Cantici, (cap. 2 – “io sono un narciso di Saron, un giglio delle valli”), forse in riferimento al nome ebraico del fiore, che cresce nella pianura di Sharon, nella costa mediterranea.
Il problema dei rifiuti abbandonati sulle spiagge
La costa della locride, Calabria offre angoli di natura incontaminata molto belli. Mi spiace solo per i rifiuti abbandonati un po’ovunque, anche tra i gigli di mare, nelle dune.
Ci sono veramente troppi rifiuti abbandonati qui.
La plastica confonde i pesci che la scambieranno per alimento e la natura soffre per l’incuranza dell’uomo. Mi chiedo perchè non cambiare mentalità e pensare che l‘ambiente è di tutti, per cui prendiamoce cura, iniziando da piccoli gesti, come raccogliere i mozziconi di sigaretta che impiegano una vita per degradarsi.
Piccole azioni per l’ambiente
Come si può pensare di stare sdraiato in spiaggia a fianco di un rifiuto lasciato lì il giorno prima?
Non mi sembra una bella compagnia. E pensare che ci sono i cestini sul lungomare.
C’è la raccolta differenziata, ma evidentemente, per tanti, in Calabria non funziona così.
Mi chedo cosa diremo ai nostri figli se ognuno di noi non rispetta la natura.
Mi hanno raccontato che le cattive abitudini contagiano anche i turisti che, a casa loro, vantano grandi doti ecologiche.
D’altronde è sempre più facile adattarsi al peggio, senza pensarci troppo su. L’umanità spesso fa così, sceglie sempre la “comodità”. Meglio non porsi troppi interrogativi ed andare avanti con gli occhi bendati dal consumismo e farsi trascinare nella bulimia della società attuale che fagocita tutto.
Non voglio dare esempi alla gente che mi guarda stupita, lo faccio per la natura, per l’ambiente. Questo mi basta. Partiamo da noi stessi per diventare contagiosi nelle piccole azioni di salvaguardia dell’ambiente, basta un attimo.
Bibliografia:
- Guida alla flora dell’Aspromonte, Giovanni Spampinato, Laruffa Editore, 2014
- Flora del mediterraneo, Schonfelder, Ricca Editore, 2014
- Fiori del mare in Liguria, Marco Alberti, Edizioni grafiche Amadeo, 2008
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