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Meliloto, il portatore di miele
Il meliloto officinale (trigonella officinalis) è una pianta della famiglia delle leguminose i cui fiori gialli profumano di miele, mentre da secchi di fieno fresco tagliato da poco nel caldo del sole. Quando li odoro per me è una festa e mi sento ape attratta irresistibilmente dai suoi fiori. Il nome della pianta e o del fiore infatti sembrerebbe significare anche “portatore di miele”.
Descrizione
Il meliloto officinale è una erbacea annua o bienne con foglie trifogliate. Le foglie sono alterne e picciolate ed irregolarmente seghettate ai margini. La foglia centrale o mediana rispetto alle due laterali ha picciolo più lungo. La pianta può diventare molto alta fino a 150 cm. ed i suoi fusti ramosi sono eretti, glabri e cavi. Taluni fusti soprattutto quelli laterali possono avere aspetto prostrato ascendente. I fiori sono riuniti in racemi snelli e lunghi che presentano da 30 a 70 fiorellini papilionacei con corolla gialla. Essi sono penduli e profumati e fioriscono da maggio-giugno ad agosto. Il frutto è un legume obovato bruno. La radice è a fittone.
Etimologia e nomi della pianta
Il meliloto officinalis o trifoglio giallo officinale o trigonella officinalis (dal sito actaplantarum) fa riferimento come etimologia alla parola “trìgonos” per le foglie composte da tre foglioline, mentre “officinalis” fa riferimento all’uso officinale della pianta. La pianta viene ache chiamata “trifoglio cavallino” perché piace molto agli equini. Il nome inglese invece è yellow sweetclover.
Habitat e distribuzione
Il meliloto cresce spontaneo nei campi e prati incolti, ai bordi strada da 0 a 1500 m. s.l.m.. in tutta Europa. Di solito dove cresce il meliloto officinale, quello comune, cresce anche il meliloto bianco albus che contiene meno cumarina del meliloto officinale e non profuma). Il meliloto predilige terreni calcarei ed asciutti.
In cucina
Le sommità fiorite ed i fiori del meliloto officinale si possono mangiare a crudo nelle insalate, sui formaggi, nelle crepes, oppure essiccati nelle frittate, nelle carni e nei sughi. I fiori secchi devono essere seccati perfettamente all’ombra in luogo fresco e ventilato. Con l’essicazione i fiori svilupperanno maggiormente le sostanze cumariniche, responsabili del particolare profumo di fieno degli stessi. I fiori di meliloto possono essere usati anche nei liquori e per aromatizzare salse e dolci.
Il meliloto ha una azione fluidificante del sangue dovuta alle cumarine ed è consigliabile evitare in caso di problemi soprattutto quando si assumono anticoagulanti e salicilati. L’uso è sconsigliato anche in gravidanza o prima di una operazione chirurgica.
Le mie ricette con il meliloto
Margherite di pane al latte e fiori di meliloto essicati
Ingredienti per 3 margherite formate da 7 panini tondi da 35 grammi cad.
250 grammi di farina 00, 250 grammi di farina manitoba, 70 ml. di olio di semi di girasole bio, 15 grammi di lievito di birra fresco prelevati da un cubetto, 1 cucchiaino di miele di acacia, un cucchiaio raso di fiori secchi gialli di meliloto, 250 ml. di latte, sale fino q.b. (più latte per spennellare i panini)
Preparazione del pane al latte con fiori di meliloto
Mettere nella ciotola della planetaria le farine. Prendere un misurino dosatore e pesare 250 ml. di latte da fare intiepidire nel microonde per 30 secondi, poi mescolare il cucchiaino di miele ed il lievito di birra fresco. Aggiungere alla farina un po’ di questo liquido ed azionare la planetaria versando dal foro di inserimento la restante parte di latte e lievito disciolti. Poi unire l’olio e terminare di impastare unendo all’ultimo i fiori secchi di meliloto. Terminare quando l’impsto rimane attaccato al gancio. Si otterrà un panetto lucido che faremo lievitare nella ciotola della planetaria, coperta da pellicola trasparente, per almeno 2 ore. Trascorse le due ore riprendere l’impasto e realizzare tanti panini tondi da circa 35 grammi da disporre sulla leccarda rivestita da carta forno. Posizionarli a margherita ponendo una pallina al centro e le altre laterali, tutte intorno, mantenendo una piccola distanza tra loro, che verrà eliminata in fase di lievitazione. Spennellare di latte e fare lievitare le margherite per mezz’ora e poi infornare in forno caldo, statico a 190 gradi per circa 25 minuti.
Altre precauzioni d’uso
Le piante che contengono cumarina vanno consumate con moderazione essendo la stessa lievemente tossica. L’essicazione corretta e la conservazione delle sommità fiorite è molto importante per evitare che la pianta sviluppi muffe e di conseguenza la sostanza del dicumarolo ad alto potere anticoagulante del sangue. Questa sostanza infatti è presa come modello per creare farmaci per fluidificare il sangue proprio per il suo effetto di abbassare la coagulabilità. Nel bestiame inoltre può provocare emorragie interne, infatti spesso il meliloto non viene mangiato dagli animali, anche se il meliloto è una pianta mellifera molto gradita alle api. Infatti i fiori del meliloto profumano di miele ed attirano le api.
Curiosità culinarie con un tipo di trigonella
La trigonella cerulea, imparentata con il fieno greco (trigonella foenum graecum), è un’erba molto usata in Alto Adige e Svizzera ed è utilizzata per dare profumo negli impasti del pane, ma anche per aromatizzare il formaggio, lo schabziegerklee (una ricotta da grattugiare).
La cumarina del meliloto
La cumarina che abbonda nelle sommità fiorite del meliloto è presente in più di 27 specie vegetali ed è responsabile del profumo dolce di fieno, dato dall’erba appena tagliata che si secca al sole.
Il profumo dolce del meliloto, quasi vanigliato, ci gratifica rilassando la nostra mente ed il nostro corpo, grazie proprio alla cumarina un eteroside, uno zucchero aromatizzato con il profumo di fieno dei prati estivi.
La cumarina del meliloto ha azione anti infiammatoria e favorisce la cicatrizzazione e la rigenerazione dei tessuti.
Proprietà
Le sommità fiorite del meliloto officinale hanno proprietà sedative, tonico venose, antispasmodiche, digestive, decongestionanti, espettoranti, diuretiche.
Il meliloto forse è una delle migliori erbe per alleviare i problemi di ritorno venoso. Aiuta anche a gestire una flebite. Può essere utilizzato nelle persone che soffrono di gambe pesanti e dolore ai polpacci a causa della cattiva circolazione. Weiss usa il termine “anti-essudativo” (ref: Weiss), aiutandoci a visualizzarne l’effetto – immagina una struttura venosa flaccida, che manca di tono e che fa uscire parte del liquido del sangue nei tessuti adiacenti. Sweetclover rassoda il tessuto venoso, calma l’infiammazione e riduce l’essudazione e quindi la ritenzione di liquidi e la sensazione di gambe pesanti. I suoi flavonoidi conferiscono un’azione protettiva sulle vene, i suoi tannini un’azione astringente. Sulle emorroidi, Leclerc spiega che un collega cura una persona con tromboflebite emorroidaria “amministrandola per via orale e facendole applicare localmente un’infusione molto concentrata di fiori di meliloto”. Per aumentare l’efficacia del trifoglio dolce e creare sinergia si può associare con l’ippocastano (Aesculus hippocastanum) o gli astringenti con affinità venose come vite rossa e amamelide.
La pianta ha un effetto anticoagulante diretto? La risposta è no (rif: Bruneton). È il dicumarolo, una sostanza formata dalla cumarina per azione batterica (fermentazione del meliloto) che è anticoagulante. Tuttavia, può interagire con fluidificanti del sangue.
Leclerc dice che il meliloto calma un sistema nervoso sovraeccitato senza causare una perdita di controllo. Leclerc lo usa come anti-spasmodico nelle persone che non possono tollerare piante più potenti.
Non usare il meliloto se si sta assumendo un farmaco anti-coagulante, aspirina inclusa. La cumarina se assunta in grandi dosi può portare a casi di epatite. Non usare in caso di gravidanza o allattamento. (informazioni tratte dal blog di www.altheaprovence.com di Christophe Bernard herbaliste).
La tisana ed altri impeghi
La tisana di meliloto dopo i pasti facilita la digestione ed il rilassamento notturno. Essa si realizza con 10 grammi di sommità secche fiorite lasciate infondere per 8 minuti in 200 grammi di acqua (si possono anche dimezzare le dosi). Essa può essere bevuta due volte al giorno, anche per i disturbi circolatori e come disinfettante delle vie urinarie.
Le sommità fiorite del meliloto si raccolgono da giugno avendo cura di tagliare solo i rametti fioriti flessibili, senza danneggiare la pianta e lasciando integri molti rami e fiori. La raccolta va fatta in giornate calde e ventilate. L’essicazione va fatta con cura, in luogo ombroso e ventilato, affinché la pianta non sviluppi muffe e rilasci il dicumarolo. I mazzetti vanno posti a testa in giù ed appesi. Anche la conservazione è importante è va eseguita perfettamente, meglio in sacchetti di carta o tela.
Il meliloto alba dai fiori bianchi ed il meliloto altissima hanno gli stessi principi del meliloto officinale, ma contiene meno cumarina.
Il meliloto officinale viene anche impiegato come tarmicida e come additivo aromatico in certi tipi di tabacco.
Componenti del meliloto
Il meliloto contiene cumarina, melilotina, vitamina C, tannini, resina, flavonoidi, mucillaggini.
Un libro di ricette con fiori ed erbe selvatiche
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Bibliografia
Erbe spontanee e commestibili, Riccardo Luciano e Carlo Gatti, Edizione ArabaFenice, 2007
Riconoscere i fiori spontanei di Italia e di Europa, Ricca Editore, 2013
Erbe consentite erbe proibite, Ida Salusso, Verde Libri edizioni, 2014
www.terranuova.it
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