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La storia del pescatore e l’agnocasto
Questa è la storia di un pescatore che si sveglia quando la notte inizia a cedere il posto alle prime luci dell’alba.
Lui ama il mare, la sua barca, la libertà. Ha scelto una vita dove solo lui, ogni giorno, decide cosa fare.
Egli è capace di sentire il profumo del sale mischiato a quello delle piante costiere.
Il pescatore mi parla della pianta che chiama lavanda di mare, perchè non sa esattamente il suo nome, ma conosce il suo profumo, si inebria dell’aromatica essenza delle foglie, dei fiori e dei semi.
Quella pianta che lui ama si chiama agnocasto o vitex agnus castus.
Diffusione ed habitat dell’agnocasto
L’agnocasto è una pianta spontanea diffusa nelle regioni mediterranee ed è originario dell’Europa e dell’Asia Centrale. Lo troviamo in tutto il Medio Oriente ed il mediterraneo.
L’agnocasto cresce e vive bene lungo le coste litoranee in associazione ad altre piante mediterranee come l’oleandro, il mirto e le tamerici.
Il suo habitat ideale sono le fiumare, gli alvei fluviali, l’ambiente intorno alle dune, perché pianta è amante dell’umido, per questo in questi luoghi cresce spontanea.
Famiglia
L’agnocasto o “vitex agnus castus”, dapprima veniva inserito nella famiglia delle verbenaceae e poi, secondo l’attuale classificazione, è stato incluso nella famiglia delle lamiaceae.
I nomi della pianta
I nomi della pianta sono agnocasto oppure lagano, oppure “vitex agnus castus”.
In inglese si chiama “monk’s pepper“, in spagnolo si chiama “arbolito de la pimienta“, in francese si chiama “poivre de moine, agneau chaste” ed in tedesco si chiama “Mönchspfeffer“.
In dialetto calabrese l’agnocasto viene chiamato “làganu o laganara”.
Riconoscere l’agnocasto, descrizione
L’agnocasto è una pianta legnosa con corteccia grigio giallastra e con portamento cespuglioso di arbusto o piccolo albero.
L’agnocasto è una pianta decidua con portamento eretto e fusti flessibili ramificati fin dalla base con rigetti e rami giovani a sezione sub quadrangolare. I fusti sottili, ben ramificati sono rivolti verso l’alto e talvolta sono leggermente arcuati.
Le foglie della painta, caduche, digitate, opposte, ricordano la cannabis proprio per la forma palmata rugosa, lanceolata a 5 punte di colore verde scuro grigiastro.
I fiori ed i frutti dell’agnocasto
I fiori, che sbocciano tra giugno e settembre, possono continuare sporadicamente la loro fioritura fino all’autunno. Essi sono posti all’apice dei rami e sono riuniti in spighe o pannocchie di color lavanda.
I fiori possono essere anche di colore rosa, raramente bianchi, ma la varietà più nota è quella di colore viola lavanda. Ai fiori seguono piccoli frutti o drupe sferico-tondeggianti, leggermente carnosi, che contengono scuri semi sferici. Le drupe di 3 o 4 mm. contengono semi simili al pepe.
I fiori dell’agnocasto possono essere usati per preparare un profumo mentre dalle foglie dai semi e dalle radici si ottiene un colorante giallo.
Sia le foglie sia i fiori sia i semi hanno un profumo tra il pepato ed il resinoso-aromatico e per questo possono essere usati in cucina.
I frutti in special modo, si raccolgono a fine estate.
Una pianta bella anche perchè…l’agnocasto attira le farfalle.
Ma come mai si chiama così?
Il nome dell’agnocasto deriva dal latino gen. ‘viticis’ ed allude alle foglie della vite, ma proviene anche dal verbo ‘viere’ che significa intrecciare, per l’uso dei rami della pianta che venivano flessi per realizzare cesti e panieri. Mentre la parola “agnos” fa riferimento al termine “gonos” ossia sterile e casto come un agnello, da “agnus”, questo perlomeno secondo le interpretazioni di Plinio.
Componenti e proprietà
L’agnocasto è una specie officinale che contiene composti fenolici, glucosidi (vitexina) alcaloidi, di- e triterpeni, oli essenziali, flavonoidi, con proprietà sedative, antispastiche, aperitive, eupeptiche, diuretiche, galactogene. In generale l’agnocasto è ricco di flavonoidi ed alcaloidi ed ha un’azione antispasmodica e sedativa generale utile nelle tachicardie, nell’insonnia, in caso di tensione nervosa e nelle vertigini.
In medicina erboristica viene usato per i disturbi della pre menopausa, per irregolarità del ciclo e per ridurre i sintomi premestruali.
L’agnocasto infatti modula la produzione di alcuni ormoni ipofisari grazie ai suoi componenti. Serve anche in caso di aumento dei livelli di pro lattina ed è un rimedio anche contro la mastite.
Per la sindrome pre mestruale, per i flussi troppo abbondanti e per i disturbi da pre menopausa bere due o tre tazze di infuso al giorno, oppure usare 40 gocce di estratto analcolico di tintura madre in un po’ di acqua. Si può anche preparare un decotto con un cucchiaio di frutti da bere due volte al giorno.
Evitare l’agnocasto in gravidanza e durante l’allattamento.
Agnocasto in cucina, la ricetta della spezia Ras el Hanout
I semi dell’agnocasto possono essere utilizzati come condimento per il loro sapore aromatico molto più delicato e speziato del pepe.
Ecco la ricetta per preparare in casa un ottimo Ras el Hanout.
Ras el Hanout con semi di agnocasto
Miscelare 1 cucchiaio di bacche di agnocasto essiccate con due bastoncini di cannella tritati, mezzo cucchiaio di chiodi di garofano ed un cucchiaio di semi di: coriandolo, cumino e semi di finocchio e per finire aggiungere petali di rosa damascena essiccati e sminuzzaati. Mettere tutte queste spezie ed erbe, tranne i petali di rosa in una padella sul fuoco facendo tostare per un po’ di minuti e poi macinare il tutto in un mortaio o frullino e travasare in un vasetto di vetro a chiusura ermetica ed usare per insaporire carni, riso e verdure.
L’agnocasto o “pepe del monaco”
L’agnocasto essendo una pianta coltivata in epoche remote, soprattutto dai monaci, veniva associata alla castità ecclesiastica per le sue capacità di contrastare il testosterone nell’uomo.
Le sue proprietà anti afrodisiache erano note già dai tempi dei Greci, come sosteneva il medico greco Dioscoride.
Anche i romani erano a conoscenza delle proprietà anti eros dei semi dell’agnocasto, adatti alla vita monastica, da qui il nome “pepe di monaco”.
Bibliografia:
Erbe consentite erbe proibite, Ida Salusso, Verde Libri edizioni, 2014
Guida alla flora dell’Aspromonte, Giovanni Spampinato, Laruffa Editore, 2014
Nuovo erbario figurato G. Negri, edizioni Hoepli, 2010
La medicina dei monasteri , Birgit Frohn, Editrice Pisani, 2004
L’erbario di jekka McVicar, logos edizioni 2009
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