Hanami, sakura in fiore a Roma al Museo Orto Botanco

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Hanami, contemplazione dei fiori di sakura (prunus)

Quando rifletto sul concetto di transitorietà penso che siamo di passaggio su questa terra. Il trascorrere del tempo mi conduce all’immagine della danza dei petali di ciliegio, sospesi nel vento, che cadono dolcemente a terra sull’erba del prato, su cui si imprime l’evanescente impronta della loro rosea discesa. Questo per me è l’hanami (花見 ), ossia  la contemplazione dei fiori di sakura o prunus.

Simbologia personale dei petali di sakura

Così i petali di sakura (i ciliegi giapponesi) possono esprimere sia la caducità della vita, sia un attimo d’amore, sia la bellezza esteriore che, rapidamente, passa con il tempo. Tutto inevitabilmente fluisce, tutto si trasforma e solo chi ha radici profonde, come quegli alberi di sakura, diventa esempio della forza, di un sentimento profondo.
I petali di sakura invitano all’”Hanami” ossia all’osservazione dei fiori e della vita.
“Hanami” quindi, per me, diventa momento di ispezione interiore profondo.

Osservazione dei fiori di sakura in Giappone

In Giappone “Hanami” oltre ad osservazione dei fiori significa anche momento di convivialità che si concretizza in pic nic e banchetti, che i giapponesi effettuano proprio sotto i sakura in fiore. Così in Giappone, “Hanami” diventa gioia di ritrovo, di condivisione, amicizia, da festeggiare mangiando all’aperto “yomogi – mochi verdi “ (dolcetti aromatizzati con foglie di artemisia), “kamaboko” (torte di pesce), sake e dolci tipicamente primaverili (come il dango), a base di farina di riso, serviti in forma di spiedini ed accompagnati dall’anko, la marmellata di fagioli azuki.

La tradizione dell’hanami in Giappone

La tradizione dell’Hanami in Giappone è molto antica e risale alla cultura contadina ove era diffusa la credenza che, ogni primavera, i petali di fiori di ciliegio arrivassero verso le pianure, attraverso il soffio del vento, per regalare, ai contadini speranzosi, buoni raccolti di riso.
In Giappone l’Hanami preannuncia la primavera e ne diventa simbolo in quanto i petali di sakura sbocciano, da fine marzo a metà aprile. 

Descrizione delle piane di sakura o prunus

Le piante di sakura (ciliegi giapponesi, quasi esclusivamente ornamentali) maggiormente diffuse oggi in Giappone appartengono ad un ibrido chiamato “somei-yoshino” (prunus yedoensis), coltivato nel periodo Edo in Tokyo, che produce precoci fiori rosa a cinque petali che divengono bianchi, mentre sono altrettanto presenti, anche in Europa, i sakura  della varietà “prunus serrulata lindl”  e “prunus subhirtella o prunus pendula.”
Questi ultimi due, comunemente conosciuti come ciliegi giapponesi, s’identificano per i fiori a coppa, doppi, di colore rosa pallido tendente al bianco del “Prunus Subhirtella”  che si differenzia dal “Prunus Serrulata kanzan” che è caratterizzato da fiori doppi di color rosa intenso che poi si sfumano in rosa chiaro, dai molteplici larghi petali, dalla forma un po’ increspata, che ricorda un po’ i fiori di piccole peonie (i petali nei fiori possono essere dai trenta ai cinquanta).
I prunus appartengono alla famiglia delle rosaceae.

Alcune varietà di prunus in Giappone

In Giappone esistono moltissime varietà di ciliegi floreali ossia:

  • la “Yamazakura” (prunus serrulata spontanea) che cresce selvaggia e che fiorisce precocemente a Tokyo nel mese di Aprile, dai fiori rosa, tendenti al bianco a cinque petali;
  • la “Shidarezakura” che fiorisce nella stessa epoca caratterizzata da fiori a cinque petali o più di colore rosa;
  • la “kanzakura” che fiorisce nel tardo mese di febbraio e fino a metà marzo, dai petali rosati molto più chiari della varietà “kawazuzakura“, che fiorisce a metà marzo;
  • la ” Kanhizakura” dai fiori rosa scuro simili, per colore, al rododendro di montagna.

A fioritura tardiva invece abbiamo le varietà floreali a più petali (da dieci a cento) chiamate “Yaezakura”, come la varietà “Ichiyo”, che produce fiori composti da circa venti petali, di colore rosa chiaro che sbocciano da metà aprile, per finire con la varietà “ukon” sempre visibile nella stessa epoca di fioritura della precedente varietà, ma con fiori composti da circa dieci-venti petali, di colore giallo chiaro.

Tea di sakura

Tipica dell’Hanami è la cerimonia del tè (Cha no yu). In Giappone infatti il tea di sakura è una bevanda popolare che si prepara con fiori di sakura messi sotto sale ed aceto di ume (albicocco giapponese o prunus mume). In ogni tazza da tea si pongono due fiori di sakura privati dal sale ed acqua calda che sprigionerà l’aroma dei fiori che, alla fine, si potranno tranquillamente gustare. Per festeggiare l’Hanami è possibile preparare un tea più semplice di sakura , utilizzando del tea verde al quale si andrà ad aggiungere fiori di sakura sotto sale ed ume.

 

Rispetto per la natura

Per i giapponesi l’Hanami (osservazione dei “ciliegi in fiore”), coinvolge tutto l’arcipelago, dall’estremo sud della prefettura di Okinawa al nord di Hokkaido. Qualunque sia il motivo che spinge le persone ad assistere alla fioritura dei sakura, di base c’è il rispetto per la natura, coscienti che è naturale avere l’impulso di voler cogliere un fiore o tagliare un ramo fiorito, ma ancor di più è giusto osservarlo sull’albero.

Hanami a Roma nel parco dell’ E.U.R.

L’Hanami è un momento introspettivo affascinante che io ho deciso di trascorrere a Roma. Nella capitale infatti, da fine marzo ad aprile,  nel parco dell’E.U.R, si può osservare uno spettacolare Hanami, delle varietà Somei-Yoshino, dai fiori più semplici, dal colore bianco candido (dopo che i petali si sono aperti completamente), ma anche della varietà  sakura Prunus Serrulata kanzan, dai fiori dai trenta ai cinquanta petali, di colore rosa e dalle giovani foglie di color marrone rame.

Il Parco Centrale del laghetto artificiale dell’E.U.R., nell’omonimo quartiere a sud di Roma Capitale, è raggiungibile con la linea B della metro – fermata Palasport oppure in taxi. Qui ogni anno all’inizio di Aprile si festeggia l’Hanami ed è facile incontrare persone vestite con yukata e geta (indumento e zoccoli tradizionali giapponesi) o kimono.

passeggiata del giappone

Questo parco verde romano, creato intorno ad un lago artificiale, è caratterizzato da un piacevole percorso pedonale denominato “Passeggiata del Giappone”, costituito da  centocinquanta Prunus Yedoensis (una varietà di sakura), donati nel 1959 dall’allora Primo Ministro Giapponese Nobusuke Kishi, in visita ufficiale in Italia, come segno d’amicizia.

Hanami nell’Orto Botanico di Roma, al giardino giapponese

Nell’Orto botanico di Roma invece, a mio parere, c’è un giardino giapponese, ancor più incantevole, ove la fioritura dei sakura (varietà Prunus serrulata Kanzan) avviene sino a fine Aprile (anche qui, generalmente il secondo fine settimana di Aprile, si celebra la festa dell’Hanami) e per l’occasione sui rami di sakura si appendono dei piccoli foglietti simili a segnalibri (Tanzaku), tipici della tradizione giapponese. Su ognuno di questi Tanzaku (fatti con carte tradizionali giapponesi e decorati con motivi floreali) che c’è scritta una poesia Haiku dedicata alla primavera.

poesia alla primavera

Nel giardino giapponese dell’Orto Botanico di Roma

Nel giardino giapponese dell’Orto Botanico di Roma, i fiori di sakura, che si riflettono nelle acque dello stagno del giardino, circondato da prunus, colorano la mia dolce giornata romana. Così osservandoli, mi perdo nei più rosei pensieri, consapevole che osservare un fiore mi avvicina al senso più profondo della vita e dell’amore.

hanami

Orto Botanico di Roma, Museo dell’Università della Sapienza di Roma

L’Orto Botanico di Roma, Museo dell’Università della Sapienza di Roma è veramente un “museo verde” a cielo aperto. Esso è un esempio magistrale della biodiversità, nel cuore della capitale, in largo Cristina di Svezia 24, vicino a palazzo Corsini.

giardino giapponese Orto Botanico Roma

Sempre sull’Orto Botanico di Roma,  Museo della Sapienza Università di Roma

L’Orto Botanico di Roma,  Museo della Sapienza Università di Roma, si estende su una superficie di dodici ettari, ove si possono ammirare più di trecentoquaranta specie vegetali tra cui collezioni di palme, di bambù, roseti, felci, gimnosperme ed i vari giardini mediterraneo, giapponese, dei semplici, oltre alle serre monumentale, arancea, Corsini e francese.

Le sensazioni all’Orto Botanico di Roma

In quest’area verde, di grande interesse botanico, ecologico, storico, culturale, si percepisce l’amore della Direttrice, Prof. Loretta Gratani, per la natura e la cultura.
Qui tutto è bellezza grazie al “sogno reale” di una donna che ha saputo dar voce alla natura.

Ringraziamenti

Ringrazio infinitamente la Direttrice del Museo Orto Botanico di Roma (Sapienza Università di Roma) , Prof. Loretta Gratani.

Bibliografia:
flowers of the world, Frances Perry, 1972, bonanza books
Il libro completo degli alberi, Gribaudo edizioni, 2011
piante e fiori dell’Ikebana, Roberta Santagostino, Jouvence editoriale 2017

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