(Tutti i diritti riservati)
Una commestibile a fiore giallo in inverno
Non c’è pianta spontanea perenne commestibile più solare dell’acetosella gialla.
Un’erbacea che ricopre gli incolti del centro e sud Italia, ma anche della Liguria e delle isole della Grecia dove, la varietà dai fiori gialli (oxalis pes caprae), sfoggia bellezza nel giallo dei suoi fiori, in un’esplosione di delicato profumo e colore. Una pianta dal forte impatto estetico paesaggistico, che attira l’attenzione, già da lontano, quando non conoscendola ancora, si cerca di identificare le distese fiorite gialle di luce nel pieno dell’inverno.
Origine ed habitat
L’acetosella gialla è una pianta erbacea della famiglia delle oxalidaceae.
Una specie pioniera, mediterranea, infestante perché spesso tende a colonizzare vaste aree territoriali.
La sua origine è sud africana (Capo di buona Speranza). La troviamo negli incolti, negli orti, ai bordi delle strade, nei campi, lungo i vigneti, gli oliveti ed in zone ruderali.
La pianta si diffonde attraverso i suoi bulbi perché i semi di norma sono sterili.
Io consiglio di coltivarla in giardino (non al nord), anche se infestante, per godere delle sue fioriture in un periodo dell’anno ove i fiori sono ancora pochi.
Descrizione acetosella gialla
L’oxalis con le sue n. 450 unità è il più importante gruppo della famiglia delle oxalidaceae. L’acetosella gialla, come detto, si sviluppa da bulbi sotterranei di forma ovale, un po’ appuntiti, dai quali si estende una radice carnosa che li fa aderire al sottosuolo. Dal bulbo si sviluppano i fusti verticali, carnosetti, cavi e succosi e da loro le foglie trifogliate a forma di cuore, di colore verde, di solito punteggiate di bruno porpora e leggermente pelose. La pianta appartiene alla famiglia delle Oxalidaceae, quindi più vicina filogeneticamente ad esempio ai nasturzi, che non al trifoglio con cui spesso viene confusa per l’aspetto delle foglie. Quest’ultimo infatti è del genere Trifolium e fa parte della famiglia delle Fabaceae.
I fiori imbutiformi, leggermente pendenti, sono portati da brevi peduncoli ed hanno n. 5 petali di colore giallo vivo. I fiori profumati si aprono al sole e si richiudono la sera. Le infiorescenze all’apice degli steli possono essere formate da un massimo di dodici unità.
I frutti sono capsule appuntite che raramente arrivano a maturità, perché spesso sterili.
La pianta quindi si diffonde mediante i bulbi, senza preferenza di terreno, ma non sopporta le temperature rigide. In primavera ogni pianta di acetosella pes caprae produce una ventina di bulbi che rimangono dormienti in estate per germogliare in autunno, mentre la stessa pianta fiorisce dall’inverno (novembre- dicembre) sino alla primavera.
Purtroppo l’acetosella gialla è una pianta perenne molto infestante e competitiva con le specie spontanee locali.
Etimologia e nomi dell’acetosella gialla
Il nome dell’acetosella gialla (oxalis pes caprae) fa riferimento per la prima parte del nome al fatto che la stessa contiene acido ossalico ed anche al sapore acido e salato della pianta, mentre la seconda parte del nome della specie allude alla forma della radice del bulbo che, secondo alcune teorie, potrebbe assomigliare vagamente allo zoccolo delle capre.
ll nome generico infatti proviene dal greco ‘oxys’ (acido) e ‘hal-halis’ (sale), mentre il nome specifico si riferisce alla forma dell’apparato radicale, vagamente simile ad un piede di capra. L’acetosella gialla viene chiamata anche oxalis cernua, trifoglio giallo o trifoglio dormiente in allusione alle sue foglie che si chiudono su se stesse durante le ore più calde della giornata o quando piove.
Il nome inglese è bermuda buttercup oxalis.
La pianta è anche conosciuta con il nome di african wood sorrel.
Curiosità
L’acetosella dai fiori gialli fu introdotta come pianta ornamentale, a Malta nel 1806, da una signora inglese proveniente da Città del Capo, ma si hanno notizie della sua coltivazione in Sicilia già dal 1796.
La pianta è naturalizzata in Umbria e Molise.
Altre curiosità sull’acetosella gialla
In cucina potete consumare sia le foglie, sia i fiori, ma con moderazione per il contenuto di acido ossalico, infatti, sebbene sia ricchissima di calcio e vitamina C, è anche piena di ossalati. Se ingerita in grandi quantità aumenta la concentrazione di acido ossalico nel sangue dei mammiferi, con conseguenze pericolose per il corpo, soprattutto per i reni. Le galline invece utilizzano questi composti per favorire la deposizione del calcio nella formazione del guscio dell’uovo.
Il sapore aspro della pianta deriva proprio dall’alto contenuto in acido ossalico.
Un libro ed una guida turistica sull’isola greca di Iraklià
Se ti piacciono le isole greche e vuoi conoscere la natura greca in un piccolo paradiso naturale, ricco di biodiversità, leggi il mio libro intitolato: Iraklià un paradiso naturale.
Una guida, ma anche romanzo, inerente la mia esperienza di vita di quasi un anno in questa piccola e remota isola greca, anche nel periodo invernale. Vivere in un’isola greca è un sogno di molti e ti rimane per sempre nel cuore. Il libro è edito da www.youcanprint.it ove è possibile acquistarlo a 12 euro.
Usi erboristici
In erboristeria le foglie e le radici di acetosella gialla vengono usate in decotti per il loro potere rinfrescante, diuretico, astringente ed antiscorbuto.
Il succo delle foglie centrifugate è utile per bruciori di stomaco ed ulcere.
In cucina in inverno
La pianta contiene ossalati soprattutto nei fiori, meno nelle foglie che sono ricche di vitamina C. Le foglie dell’acetosella gialla si consumano fresche, ma con moderazione, in cucina per preparare salse alle quali infondere un sapore tra l’acido ed il salato (ottime per sostituire il gusto dell’aceto e del limone).
Vanno bene sminuzzate nello yogurt e nelle insalate con la lattuga e nelle frittate.
Anche i fiori sono edibili e molto coreografici nelle misticanze.
Meglio però non consumarla se si soffre di ritenzione idrica, gotta, calcoli ed altri problemi renali.
Un libro di ricette con i fiori e le erbe selvatiche
Se vi piace la cucina con i fiori e le erbe selvatiche acquistate il mio libro ed ebook intitolato: MangiAmo i fiori e sperimentate le mie ricette. Troverete anche le schede delle piante, le ricerche scientifiche sui poteri antiossidanti delle erbe selvatiche e dei fiori e tante altre curiosità. (Le ricette si possono eseguire anche senza fiori ed erbe utilizzando le verdure dell’orto, per cui potete scrivermi per le sostituzioni).
Potete acquistare il libro sul sito www.youcanprint.it
Bibliografia
- Fiori di Liguria G. Nicolini A. Moreschi Edizioni Siag Genova, 1970
- Fiori spontanei del Mediterraneo, Fabbri editori, 1995
- Riconoscere i fiori spontanei d’Italia e d’Europa, Ricca Editore, 2013
Tutti i diritti sono riservati
Indicazioni e proprietà erboristiche delle piante e dei fiori sono riportate a titolo indicativo, con indicazione della bibliografia e non costituiscono alcun tipo di consulto, prescrizione o ricetta medica, erboristica, alimentare. naturainmentecalliopea.it non garantisce sulla validità dei contenuti riportati in questo sito. La verifica individuale indipendente è sempre raccomandata.
Avrei gradito foto a tutta pagina per meglio confrontale con quelle sul terreno e riconoscerle con certezza. Alcune piante, per chi non è esperto come me, possono essere confuse.
Saluti
Le descrizioni sono ettagliate e le foto si possono ingrandire. Se ha bisogno mi chieda quando vuole informazioni su fiori ed erbe. Saluti