Corteccia ed alberi come opere d’arte

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La corteccia degli alberi, pensieri

Penso alla corteccia che le piante indossano come fossero abiti o meglio mute protettive. Una seconda pelle.
Penso alla funzione protettiva della corteccia quale rivestimento esterno del tronco, dei rami e delle radici degli alberi.
La corteccia in natura serve per riparare gli alberi dalle avversità metereologiche e dalle aggressioni esterne.
Penso alla corteccia che protegge la parte vitale dell’albero, ove scorre la linfa,  il sangue per l’uomo.
Gi alberi sono creature vive. Per questo mi piace parlare con loro, accarezzandone la corteccia con  le mani, pelle contro pelle, per sentire pulsare la vita.
Tutte le volte che osservo un albero mi piace stabilire un contatto con lui e lo faccio proprio toccandolo. Mi piace fare questo e lo faccio spesso.

                                                                      zelkova serrata, paticolare corteccia

Alberi come opere d’arte

Ci sono luogi, parchi e giardini, in cui sembra di entrare in un museo d’arte naturale. In questi luoghi mi sento coinvolta in modo sensoriale. Così quando nella mia visita incontro il primo albero lo definisco “il dipinto intitolato: “tilia europea l.” (malvacee) Europa” – albero dalla corteccia rugosa  leggermente profonda, dal colore di un grigio tortora, striato di marrone.
Poi camminando scopro un secondo dipinto intitolato: “Juglans nigra l.” (juglandaceae) Usa -Canada,  che delinea sempre una corteccia rugosa, ma di un marrone più scuro quasi striata di nero, con qualche striatura verde muschiata.

populus alba

Gli alberi non cambiano pelle

Osservando gli alberi penso a quanto oggi si badi all’esteriorità. Molti uomini e donne vivono male la paura di invecchiare e spesso ricorrono ad interventi drastici di chirurgia estetica nell’illusione di nascondere l’età, spesso esternando innaturale bellezza. Per questo mi viene da dire:

“Quanta insicurezza nell’uomo e quanta sicurezza nell’albero”.

Così  penso alle rughe che raccontano la storia di un volto, penso ad un corpo che diventa affascinante ed interessante con gli anni perchè sostenuto dalla fede, dalla personalità e dal cuore.

Allora camminando in questo parco passo davanti alla terza opera naturale intitolata: “Populus nigra l.” (salicaceae) sud ovest Europa, Asia Centrale, Africa nord ovest, e qui la corteccia diventa più spessa e scanalata ed i colori sono quelli tra il cacao e la coda di topo.

washingtonia filifera, palma californiana

Descrizione della corteccia di alcuni alberi

Estasiata da tanta bellezza mi dirigo al dipinto intitolato: “Populus alba l.” (salicaceae) Europa, Asia Centrale, Nord Africa ed inizio a comparare le due opere d’arte accorgendomi che il tronco è meno rugoso ed è più chiaro e che stavolta l’artista si è divertito a disegnare su di esso dei rombi che paiono trottole o calici orizzontali oppure volti asiatici con cappelli bordati di rosso e mi perdo in una fantasia  sconfinata.
Così passo al dipinto intitolato: “Celtis australis l.” (cannabaceae) Europa del sud, Africa del nord, Afghanistan, Pakistan, Jammu & Kashmir, Myanmar, Nepal e vedo che ci ha messo mano più di un artista. Il dipinto si staglia sulla corteccia, solo leggermente rugosa, ed un po’scanalata con i colori del verde morbido intervallato da accenni di verde muschio che si fonde a dei grigi marroni interessati da piccole nuances di bianco, appena accennate, che  mi fanno immagazzinare sensazioni di pace.
Poi passo al dipinto intitolato: “Liquidambar orientalis Mill” (altingiaceae) Turchia, Rhodes e noto che la luce del sole lo illumina perfettamente come se fosse una lampada posta ad arte per mostrarmi la corteccia rugosa che pare frammentarsi in piccoli grumi marroncini, ricoperti di muschio verde lucente che mi trasportano ancora più lontano fino ad arrivare al quadro intitolato: “Cocculus laurifolius DC.” (menispermaceae) Giappone, Taiwan, Cina, So-Asia nel quale mi sento dentro al dipinto, nella cavità del suo tronco, in parte bitorzoluto, dal colore grigio verdino, che pare puntinato in pennellate naif.

tilia europea corteccia

Corteccia di un albero come esperienza sensoriale

Mi sento felice di quest’esperienza senso-sensoriale e mi dirigo all’opera intitolata: “Jubaea chilensis (Molina)Baill.” Chile ove l’artista ha deciso di colorare di un grigio caldo crema il tronco della palma dalle righe orizzonatali marroni che paiono fasce o nastri che avvolgono una pergamena  graffiata.
Sono estasiata da tale bellezza. La vedo e la percepisco in ogni angolo in questo parco ed allora il mio sguardo si posa sull’opera intitolata:” Agathis robusta (C.Moore ex F..Muell) F.M. Bailey” Australia (queensland) Papua Nuova Guinea, che tocco con mano per sentire le scaglie di corteccia sottile quasi rialzata, dai colori del grigio, intervallata con macchie di un marrone ruggine aranciato commovente.
Quindi passo all’opera d’arte successiva intitolata: “Zelkova serrata” Giappone, Taiwan, Cina, dalla corteccia che pare placcata come disegno d’infiniti palmi di mano accostati ed aperti a cucchiaio dal colore grigiastro marrone con evidenti chiazzature ruggine intenso, con qualche accenno di rosso.
Questa pittura su legno mi affascina tant’è che passo all’opera intitolata.” Platanus orientalis” Europa sud orientale, Asia occidentale, Himalaya, ove le macchie sulla corteccia si fanno mimetiche, nelle tonalità del grigio azzurro, del verdino militare, del marrone tortora e del marrone scuro tenedente al nero.
Penso che potrei elencare e descrivere mille tra specie e varietà presenti in questo parco, ma preferisco fermarmi a sentire le emozioni fino a qui.

quercus suber, (corteccia quercia da sughero)

Corteccia e cervello

La corteccia degl alberi mi fa pensare anche al cervello dell’uomo. La corteccia celebrale è una struttura evoluta e complessa dalla quale derivano capacità sensoriali, percettive superiori che ci fanno esprimere linguaggio, coscienza e creatività. Attraverso la corteccia cerebrale confrontiamo, selezioniamo, elaborariamo le informazioni visive trasformandole in pensieri, emozioni, sensazioni che immagazziniamo in ricordi che ci accompagneranno tutta la vita.
Per questo sono grata di entrare in contatto con la corteccia degli alberi.
Sono grata di avere una coscenza naturale ed una sensibilità che mi mette in comunicazione con la natura.

juglans nigra , corteccia

Prendiamoci cura degli alberi

Allora prendiamoci cura degli alberi, rispettiamo la loro corteccia, garantiamo loro salute e benessere al pari della nostra corteccia celebrale, che mi auguro ci trasmetta giusti stimoli. Agiamo con coscienza e cuore.
Gli alberi sono il polmone verde del nostro pianeta, il nostro respiro, la vita. Gli alberi sono creature vive come noi. 
Ricordiamo che la corteccia ci cura, ci nutre, ci inebria, ricordiamo ad esempio il  profumo di cannella, l’utilità medica del salice, l’uso dell’albero della gomma e tanti altri esempi naturali.
Raccogliamci nel silenzio della natura, ascoltiamo la sua voce e pensiamo agli alberi come opere d’arte vive.

parrotia persica

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