Glicine, profumo e dolcezza in cucina

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Glicine, profumo e dolcezza in cucina

Chi non conosce il glicine che ad inizio primavera ci inonda di grappoli violetti dal profumo inebriante?
Il glicine, un arbusto rampicante, profumato il cui nome deriva da “glycinia”, dal greco “glykos” ossia dolce, proprio per la dolcezza del profumo dei suoi fiori, tanto amati dalle api, infatti tra il sedicesimo e diciassettesimo secolo il miele di glicine venne usato per alleviare la tosse secca. Il miele,  mischiato ai fiori di glicine (solo petali viola), venne considerato energizzante e tonico.
Il glicine, una pianta romaticamente liberty, rustica ed adattabile ad ogni tipo di terreno che predilige il sole per una fioritura abbondante.
Una pianta della famiglia delle fabaceae o leguminose, originaria della Cina, Giappone, e Nord America, arrivata in Europa tra il 1700 ed il 1800.
Una rampicante di cui, ad inizio aprile, si vedono prima i fiori dolci e commestibili e poi le foglie.

Glicini cinesi e giapponesi

Nel mio giardino possiedo un glicine wisteria sinensis, varietà prolific dai grappoli molto grandi e dalla fioritura abbondantissima che si rinnova una seconda volta nel periodo estivo (giugno, luglio).

Il mio glicine appartiene al genere wisteria sinensis ossia il glicine comune o glicine cinese che è quello più diffuso in Italia, caratterizzato da grande vigore e fiori grandi e fitti che sbocciano sullo stesso grappolo. Le pannocchie sono meno lunghe del glicine giapponese e le piante sono le prime a fiorire in primavera, già dal secondo anno di vita.
I rami del glicine cinese nei supporti si avvolgono in senso antiorario.

Oltre a questo glicine possiedo un wisteria brachybotris, ossia un glicine meno invadente del precedente, che cresce un po’meno restando generoso nella fioritura,l’ideale per gli spazi più piccoli.
Questo è un glicine giapponese ossia a grappolo fiorale più corto (brachybotris significa a fiore corto). I grappoli di questo glicine sono lunghi dieci centimetri in meno del sinensis (30 cm), mentre i fiori, grandi, sono veramente scenografici.
I rami del glicine giapponese nei supporti si avvolgono in senso orario.

Nel mio giardino è presente il wisteria brachybotris varietà iko Yama Fuji con fiori viola blu scuro estremamente profumati.

 

La fioritura del glicine

Le fioriture del glicine dipendono dalla varietà coltivata, dalla potatura e dall’esposizione della pianta. Se piantati all’ombra saranno più tardivi, quindi meglio preferire esposizioni soleggiate in leggera ombra. Le potature del glicine sono invernali ed estive. Quella estiva si fa a luglio ed agosto per accorciare i rami dell’ultimo anno a meno che gli stessi non servano per dare una forma particolare alla pianta, poi si potano i polloni e gli stoloni alla base della pianta. La potatura invernale si fa dopo la caduta delle foglie a fine inverno se si abita al nord. Si accorciano i rami dell’ultimo anno, lasciando 4-6 gemme, oltre ad eliminare i rami deboli e secchi.

 

Il glicine più grande

Il glicine più grande di tutta Europa sembrerebbe avere 300 e si trova nella casa dove nacque Ronchelli, a Castello Cabiaglio in provincia di Varese (casa del glicine antico).

Quello più grande del mondo sembrerebbe essere è in Giappone nell’ Ashikaga Flower Park prefettura di Tochigi.

Qui invece la foto di un glicine piemontese non lontano da casa.

Usi erboristici

I fiori del glicine sembrerebbe siano stati usati sotto forma di impasto in caso di lividi e vene varicose, ma anche sembrerebbe venissero immersi nell’aceto di vino e conservati chiusi al buio per essere usati quando i fiori freschi non erano disponibili, per tamponare zone infette della pelle e brufoli.
In generale il glicine sembrerebbe alleviare i dolori dovuti ad infiammazioni ed ha benefici effetti su chi soffre di insonnia e disturbi alla tiroide, ma verificare con il proprio erborista.

In cucina

La pianta del glicine, wisteria sinensis è tossica nei semi ( neri e duri e discoidali) e nei baccelli (frutti leguminosi verdi marroni vellutati) per la presenza di un glucoside la wistarina che causa vomito, dolori addominali e diarrea.
I fiori del glicine(wisteria sinensis), solo petali viola  sono commestibili e si prestano per essere pastellati e fritti (come quelli della robinia pseudoacacia), per essere aggiunti in piccole quantità nelle insalate, nei formaggi, nelle frittate e nei dolci, valutando le proprie allergie, intolleranze e quelle dei commensali. Il sito acta plantarum.org definisce il glicine (wisteria sinensis) parlando dei fiori specie commestibile dicendo che gli stessi sono ottimi in frittelle dolci ma anche mantecati con ricotta di capra e miele e per insaporire le frittate. Io li ho usati per creare delle palline di formaggio fiorite insieme ad altri fiori eduli.

 

Un libro di ricette con i fiori e le erbe selvatiche

Se vi piace la cucina con i fiori e le erbe selvatiche vi indico il mio libro ed ebook intitolato: MangiAmo i fiori . Troverete anche le schede delle piante, le ricerche scientifiche sui poteri antiossidanti delle erbe selvatiche e dei fiori e tante altre curiosità. (Le ricette si possono eseguire anche senza fiori ed erbe utilizzando le verdure dell’orto, per cui potete scrivermi per le sostituzioni).
Potete acquistare il libro sul sito www.youcanprint.it

Bibliografia

  • Piante e arbusti profumati, Helga Urban, Red edizioni, 2008
  • Forum acta plantarum
  • 100 edible & healing flowers, Margaret Roberts, Struik nature, 2014

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