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Lamio purpureo pianta potenzialmente commestibile
Il lamio purpureo o falsa ortica dai fiori rosa, violetti è una pianta spontanea i cui fiori appaiono già a fine febbraio (almeno dalle mie parti), quando li vedo all’apice di steli, generati da gruppetti di piante che fanno macchia di colore tra l’erba dei prati.
Una pianta spontanea potenzialmente commestibile che si riconosce per il suo profumo balsamico molto intenso a volte poco gradito. Una classica erbaccia dimenticata che si usava cotta in cucina soprattutto in primi e torte salate e che io utilizzo in associazione con altre erbe.
Una pianta dalla crescita rapida, con le foglie tra il verde ed il rossastro che indicano la preferenza di crescita in terreni ricchi di azoto.
Etimologia
Il nome del genere lamio deriva dal greco ‘laimós‘ che sta ad indicare la forma della corolla dei fiori come una gola, oppure anche l’uso di questo genere di piante in tisana per l’impiego dei suoi fiori per alleviare catarro ed infiammazioni soprattutto a carico delle vie respiratorie.
Il termine ‘purpureus, -a, -um‘, fa riferimento al colore della corolla e delle foglie superiori, spesso rossastre.
La pianta è conosciuta anche come falsa ortica purpurea (anche se non appartiene alla stessa famiglia dell’ortica), mentre in inglese si chiama “Red Dead-nettle” ossia ortica morta rossa, per il fatto che non è urticante come la vera ortica.
Descrizione
Il lamio purpureo è una pianta erbacea annuale perenne della famiglia delle lamiaceae, come salvia, timo, melissa e lavanda, di cui rilascia il persistente aroma non appena si strofinano le foglie.
La pianta può raggiungere i 20 cm di altezza che presenta fusti cavi, semplici o ramificati alla base, eretti o prostrato-ascendenti, spesso arrossati, di forma quadrangolare come quelli delle ortiche.
Una pianta dalle foglie picciolate, peloso-pubescenti, opposte, a lamina cuoriforme, irregolarmente dentato crenulata al margine; le cauline medie poche, lungamente picciolate, le superiori spesso violaceo-purpuree, ravvicinate e appressate all’apice sotto l’infiorescenza. Se guardiamo i ciuffetti fioriti vediamo il classico aspetto a lampadario del lamio.
Tutta la pianta se viene strofinata emana un odore forte ed aromatico, spesso poco gradito, però a differenza delle ortiche le foglie seppur diverse, non sono urticanti.
Gli stoloni del lamio inoltre sono più sottili rispetto a quelli dell’ortica.
I fiori rosa purpureo, violetti, ermafroditi, zigomorfi sono labiati e presentano il labbro superiore incurvato ad elmo mentre, il labbro inferiore, esibisce porzione centrale più grande ed è lievemente maculato. I fiori sono disposti in densi verticilli apicali e fioriscono da febbraio ad ottobre.
I frutti sono dispersi dalle formiche ghiotte del nutriente corpo oleoso prodotto dagli stessi. Il lamio purpureo e quello bianco sono eccellenti piante mellifere.
Habitat
Troviamo il lamio purpureo nei terreni ricchi di azoto, nei prati, negli orti, lungo i sentieri, le vigne, gli incolti.
Proprietà
Il lamio purpureo ha proprietà depurative a carico del fegato, diuretiche (proteggono la vescica ed i reni da infiammazioni e cistiti), astringenti, antiemorragiche, vulnerarie (per arrestare il sanguinamenti nelle ferite), antispasmodiche, lenitive, espettoranti (per contrastare l’eccesso di muco, in particolare le sommità fiorite in tisana). Il lamio è indicato per gli anemici, ed utie in caso di diarree, emorragie e raffreddori (problemi a gola e naso).
I fiori del lamio sono utili per alleviare le leucorree e le emorragie uterine, i cicli abbondanti, questo in particolare per il lamio bianco.
Con il lamio si realizzano infusi e decotti nella quantità di mezza manciata di pianta (sommità fiorite secche) per litro d’acqua ed un po’ di miele.
In cucina
Il lamio contiene vitamina C, mucillaggini ed altri componenti.
Le tenere e giovani foglie di lamio purpureo si possono unire crude ad esempio alle insalate ed ai formaggi freschi, per aromatizzarli, anche se taluni testi ne sconsigliano l’uso a crudo. Meglio usare poche foglie della pianta cuocendole nei minestroni, zuppe di cereali, ripieni per le torte salate, negli gnocchi e nei canederli. Il sapore in cottura ricorda quello delle ortiche.
Il lamio va consumato con molta moderazione perchè la pianta contiene tossine che in quantità sono pericolose per l’uomo.
Anche i fiori del lamio sono commestibili e molto più dolci delle foglie e si prestano per fantastiche decorazioni edibili e per essere pastellati e fritti (sommità fiorite).
Torta salata con lamio e spinaci e semi di papavero
Raccogliete una piccola manciata di lamio (sommità fiorite e foglie) e lessatelo in una padella con poca acqua per qualche minuto coperto da coperchio, poi fate raffreddare e strizzare in una pallina. Lessate al vapore 500 grammi di spinaci. Fate soffriggere in una padella tre porri tagliati a julienne con olio evo. Prendete un rotolo di pasta brisè (o realizzatela con olio, acqua e farina integrale) e disponetela in uno stampo tondo sopra la carta da forno. In una terrina intanto amalgamate gli spinaci ben strizzati con i porri soffritti, il lamio strizzato, un uovo intero, un cucchiaio di maggiorana fresca o secca e 100 grammi di emmental grattugiato. Farcite la base di pasta con il composto, poi spolverate di emmental e semi di papavero, richiudete su di essa i bordi e spennellateli con olio ed aggiungete altri semi di papavero rosso. Cuocete in forno caldo per mezz’ora a 180 gradi.
Altre varietà di lamio commestibili
Ci sono altre varietà di lamio commestibili come quello a fioritura bianca, ossia la falsa ortica bianca o lamium album. Il lamio galeobdolon o falsa ortica gialla è anche esso commestibile.
Oltre che con l’ortica taluni potrebbero confondere il lamio purpureo con piante del genere galeopsis, potenzialmente commestibili.
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Bibliografia:
- Riconoscere i fiori spontanei d’Italia e d’Europa, Margot e Roland Spohn, Ricca editore 2013
- Wild flowers of Britain, Reader’s digest, 1981
- Fiori di Liguria, G. Nicolini, A. Moreschi, Edizioni Siag Genova, 1970
- la mia cucina con le piante selvatiche di Meret Bissegger, Edizioni Casagrande, Slow food CH
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