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I fiori di elleboro di Isolina
Ricordo Isolina, con le sue ceste di plastica rossa, mentre tornava dalla campagna.
Le teneva sotto al braccio. Quelle ceste contenevano le verdure dell’orto ed i fiori che Isolina avrebbe regalato ai vicini ed a quelle persone che l’avrebbero incontrata per strada.
Una donna gentile, di altri tempi, come quei magnifici fiori bianchi di elleboro niger che coltivava in giardino. Fiori bianchi come la neve che in inverno li ricopriva con il suo candore.
Un mazzo di fiori di elleboro per l’inverno
Così penso ad Isolina ed alle mie visite con la mamma nel periodo invernale. Una donna ormai anziana, dalle gote rosate, con un viso espressivo e felice. Un volto segnato dal tempo e dagli affetti perduti.
Ricordo il momento in cui, dopo una bella chiacchierata, lei ci congedava con un mazzo di fiori appena sbocciati di “elleboro niger” che raccoglieva in giardino, cercandoli tra la neve, che ne esaltava il candore.
Descrizione dell’elleboro niger e proprietà
L’elleboro niger (elleboro bianco dal rizoma nero) è una pianta perenne resistente al gelo che fiorisce da novembre, dicembre, ma anche fino a febbraio,
L’elleboro predilige terreni calcarei.
Elleboro niger o rosa di natale, appartiene alla famiglia delle ranuncolaceae ed è dotata di belle foglie sempreverdi, coriacee.
La pianta produce candidi fiori bianchi con cinque petali, a forma di coppa, che esibiscono eleganti e numerosi stami dorati. Una pianta velenosa perchè contiene elleborina, per cui, se si hanno bambini, si deve fare attenzione che gli stessi, toccandola, non si portino le mani alla bocca (la pianta è velenosa anche per gli animali).
L’elleboro niger, essendo una specie tossica risulta essere un allucinogeno, sin dai tempi antichi, in quanto era noto per le sue proprietà narcotiche, ipnotiche ed anche come cura per le malattie mentali e la depressione (i rizomi scuri venivano essiccati e trasformati in polvere da fiuto).
L’uso medicinale dell’ellebro
L’uso medicinale interno dell’elleboro è stato abbandonato per la pericolosità delle sostanze contenute nel rizoma e nelle radici, ma sono noti i suoi effetti irritanti, che provocano lo starnuto, in quanto anticamente si pensava che la pianta servisse per espellere, proprio attraverso lo starnuto, le malattie .
L’elleboro era considerata pianta delle streghe in quanto se ne citano gli effetti purgativi drastici nelle donne accusate di stregoneria dall’inquisizione. Pare anche che l’assumessero i filosofi antichi per entrare in uno stato ipnotico simile alla meditazione.
Etimologia e simbolismo
L’etimologia di elleboro, di probabile origine greca, deriva dalla parola “Hèlleboros” che è il nome di un fiume nel golfo di Corinto dove la pianta un tempo cresceva rigogliosa.
Un’altra definizione etimologica pare che derivi dalla parola “elein” che significa fiorire e dalla parola “bora” che significa nutrimento inteso come cibo morale che uccide e distrugge.
Messaggio dal fiore dell’Elleboro
Il fiore dell’elelboro mi dice: purificati, diventa uomo nuovo eleva il tuo spirtito.
L’elisir di Paracelso
Paracelso usava le foglie secche dell’elleboro niger per preparare un particolare elisir, che conteneva un glicoside cardio attivo, ben tollerato, perchè presente in piccole quantità nelle foglie della pianta stessa, che lo rendeva simile, per effetto, ai componenti della pianta della digitale purpurea.
L’elleboro e gli insetti
L’elleboro vista la sua precoce fioritura contribuisce ad alimentare con il suo nettare i primi insetti.
Bibliografia:
Riconoscere i fiori spontanei d’Italia e d’Europa, Margot e Roland Spohn, Ricca Editore, 2013
Piante Medicinali e Curative, Edizioni Il Castello, 2013
L’erbario, Jecca McVicar, Logos edizioni, 2009
Enciclopedia delle piante, Fabbri editori, 2000