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Petasites, profumo in inverno
Come un’ape desiderosa di primavera sono attratta da una macchia di coloreche punteggia il verde di foglie scure, cuoriformi che tappezzano una parte di bosco, che termina in una valle. Così, man mano che mi avvicino, sento nell’aria un dolce profumo per me come di vaniglia, che sà di coccola avvolgente. Sono i fiori di petasites che profumano in inverno, durante la loro fioritura. Allora raccolgo qualche stelo di quei fiori profumati e li porto con me per trasportare a casa tutta la dolcezza della primavera alle porte.
Descrizione
I petasites che incontro sono del genere fragrans o pyrenaicus. Una piccola erbacea pelosa, della famiglia delle composite. Una pianta insolita dai rizomi profondi ed estesi. Le foglie basali della pianta sono cuoriformi o reniformi e con margine serrato. Le foglie basali sono lisce sopra e delicatamente pelose nella pagina inferiore. Esse sono presenti nella fase di fioritura della pianta. I fiori si sviluppano su piccoli grappoli, all’apice di uno stelo cavo e leggermente peloso che ricorda gli steli della tossilaggine. Il colore dei fiori è bianco rosato ed il profumo ricorda la vaniglia. Essi fioriscono in inverno, da gennaio ad aprile. I fiori sono una precoce fonte nettarifera per le prime api.
Habitat e distribuzione
La pianta ama i luoghi ombrosi ed umidi, infatti se trova il suo habitat è molto invasiva e tappezzante. Cresce praticamente in tutta Italia con lacune in Puglia ed Abruzzo. La crescita spontanea della pianta sembra avvenire solo in Sicilia e Sardegna. La pianta è mediterranea sia come origine sia come distribuzione.
Componenti ed usi erboristici
Il farfaraccio (altro nome del petasites) contiene petasina, mucillaggini, resine, ed olio essenziale, oltre ad alcaloidi velenosi che fanno sì che la pianta debba essere usata con cura per le sue proprietà erboristiche. Infatti è noto che il farfaraccio sia un rimedio contro asma, tosse (foglie secche) ed allergie.
Etimologia ed altri nomi
Il nome petasites fa riferimento alle foglie della pianta che sembrano un cappello a falde larghe, da qui il nome che dette Dioscorde, pensando a quel cappello portato dai viaggiatori dell’epoca, mentre fragrans fa riferimento al profumo dei fiori.
Gli altri nomi della pianta sono: tussilago fragrans, petasites fragrans, tussilago pyrenaica, farfaraccio dei Pirenei e farfaraccio vaniglione. Il nome farfaraccio accomuna la pianta alla farfara per le proprietà simili.
Il nome inglese è sweet coltsfoot.
In cucina
In Giappone, come attesta l’etnobotanica, si mangiano i piccioli arrostiti dei petasites, mentre gli eschimesi in Alaska lo usano come verdura cotta. I piccioli cotti o arrostiti sono usati come gli spinaci, gli steli cotti invece come sostituto del rabarbaro o vengono fermentati. Naturalmente i petasistes contengono come la tossilaggine alcaloidi che ne limitano il consumo.
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Bibliografia
Herbs, Lesley Bremness, Dorling Kindersley 1994
Mediaflora.com
Eleonora Matarrese, la cuoca selvatica
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