Piantaggine lanceolata, commestibile, sempre disponibile

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Piantaggine lanceolata sempre a portata di mano

La piantaggine lanceolata è una di quelle piante spontanee commestibili, perenni, reperibili tutto l’anno, grazie alla sua amplia diffusione, che ci consente di averla sempre a portata di mano in cucina. Sembrerebbe infatti che una pianta ben sviluppata di piantaggine possa produrre in un anno oltre ventimila semi che si propagano anche aderendo ai piedi ed ai vestiti dell’uomo che, calpestandola, la diffonde, come del resto gli animali.

piantaggine

Descrizione

La piantaggine lanceolata è una erbacea che appartiene alla famiglia delle plantaginacee e deve il suo nome alla forma delle sue lunghe e strette foglie, percorse da nervature marcate. Le foglie sono disposte a rosetta, molto frequentemente aderente al terreno. La pianta è glabra o leggermente pelosa. I lunghi steli della pianta danno vita ai fiori verdi giallognoli, raccolti in spiga all’apice dello scapo, eretto o ascendente.

Fiori di piantaggine lanceolata

La fioritura avviene da aprile ad ottobre. Il rizoma è fibroso. Altrettanto note sono la piantaggine maggiore (con foglie più coriacee) e la media (con foglie più morbide) e comunque sempre più ampie ed arrotondate della lanceolata con cui condividono gli stessi usi e componenti.

piantaggine maggiore

Habitat e diffusione

Cresce negli incolti, nei luoghi erbosi, nei pascoli, nelle vigne, lungo i sentieri e lungo le strade e vicino ai fossati. Preferisce i terreni umidi.

piantaggine lanceolata

Etimologia e nomi della pianta

Il nome di piantaggine in generale fa riferimento a planta (pianta del piede) e ago (sembro, faccio apparire) per la forma delle foglie simile all’impronta di una calzatura, mentre lanceolata si riferisce alla lamina fogliare di quel tipo di piantaggine. I nomi in inglese della pianta sono: ribwort plantain, narrow-leaved plantain.

piantaggine

Proprietà e componenti

La piantaggine contiene zuccheri, acidi organici, sali di potassio e magnesio, saponine, un glucoside e tannini. La pianta è ricca di vitamina A e C e contiene tra l’altro mucillaggini, flavonoidi e sali minerali che la rendono un antinfiammatorio ed espettorante del catarro. Il principio attivo dell’aucubigenina fa si che la pianta abbia proprietà antiallergiche e decongestionanti. Inoltre è un rimedio diuretico e rimineralizzante.

piantaggine maggiore

Usi erboristici

In erboristeria si usa la radice (astringente ed antidiarroica), la parte aera (emolliente, depurativa e diuretica) ed i semi (emollienti e blandi lassativi). I semi si raccolgono recidendo le spighe quando imbruniscono, in agosto – settembre. La piantaggine ha azione astringente, vulneraria ed oftalmica. Due cucchiai di foglie tritate di piantaggine bollite nella quantità di acqua pari ad una scodella sono un buon infuso per la tosse. Il succo fresco ricavato dalle foglie è un buon collirio. Il succo delle foglie della pianta si usa per le punture degli insetti.

Raccolta

Si può raccogliere tutto l’anno. Meglio cogliere le foglie centrali tenere della rosetta prima che diventino troppo coriacee.

In cucina

La piantaggine è ottima per fare il pesto, oppure nei minestroni, lessata con un po’ di olio o per fare la pasta verde, per via del bel colore delle sue foglie negli impasti. Le giovani foglie si possono usare a crudo nelle insalate.
Peer le ricette a base di piantaggine cerca le mie nella sezione ricette.

Non esistono particolari controindicazioni per l’assunzione della piantaggine. Si consiglia di evitarne l’uso in caso di allergia accertata verso le piante del genere Plantago.

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Bibliografia

Riconoscimento e uso delle piante selvatiche, Roberto Chiej Gamacchio, edizioni Demetra, 1995
Erbe consentite erbe proibite, Ida Salusso, Verde libri edizioni, 2014
Erbe spontanee commestibili, Riccardo Luciano e Carlo Gatti, ArabAfenice edizioni, 2008
Curarsi con le piante medicinali, Eugenio Zanotti, Edagricole, 1997
Enciclopedia delle erbe, riconoscimento ed uso medicinale, alimentare, aromatico, estetico, Edizioni del Baldo, 2012

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