(Tutti i diritti riservati)
Primula vulgaris, la minestra di fiori ed erbe spontanee
Oggi, attraversando la macchia sono attratta da fluidi spot di luce che scaldano le tonalità marroni del bosco ancora assonnato. Così penso a mia nonna Sofia e rivedo me bambina in sua compagnia.
In me riaffiora il ricordo della sua figura seria, apparentemente dura, ma in grado di sciogliersi come neve al sole alla semplice idea di una passeggiata nei boschi.
Così penso a lei, quando mi indicava i primi fiori di “primula vulgaris” pronti per finire nella nostra minestra di fiori ed erbe spontanee, una tradizione delle donne della mia famiglia.
La primula vulgaris infatti si presta per svariate ricette che ho sperimentato nella mia cucina.
Descrizione della primula
La “primula vulgaris” o “acaulis” è una pianta perenne che appartiene alla famiglia delle primulaceae e fiorisce tra febbraio e marzo, nei boschi e nei prati.
I fiori di primula vulgaris sono di un giallo pallido ed i petali sono cuoriformi.
In quei fiori è racchiuso il messaggio di fine inverno, il risveglio del bosco, apparentemente dormiente.
Quel delicato e semplice fiore imbutiforme, sprigiona una dolcezza sulla lingua, dall’ultimo segmento tubolare quasi bianco, inserito nel verde e tenero stelo, che mi ricorda i giochi che facevo da bambina quando, prima di mangiarmeli, ci soffiavo dentro per udirne il suono armonico quasi di flauto che dava voce a questi magnifici fiorellini.
I fiori di “primula vulgaris”, detta anche occhio di civetta, si sviluppano da una rosetta fogliare basale rugosa e reticolata ove si generano verdi steli abbastanza corti che accolgono mazzetti di fiori giallo lieve dai cinque petali, più scuri al centro.
La minestra di primule ed erbe spontanee di nonna Sofia
Raccogliere le primule e le erbe spontanee dei prati con la nonna e la mamma significava entusiasmarci insieme, pregustando tutta la delizia dei fiori che avrebbero composto la nostra minestra selvatica, un toccasana per i nostri corpi infreddoliti dai pomeriggi di fine inverno.
Una tradizione in cucina che parte dal bosco
La realizzazione della minestra di fiori ed erbe spontanee per noi diventava ogni anno un vero e proprio rito stagionale, una tradizione, che la nonna e la mamma si impegnavano a tramandarmi.
Ricordo che mi piaceva camminare con loro nella natura e pensare ai fiori ed alle erbe che avremmo incontrato durante le nostre passeggiate, complice il clima e la generosità della natura.
La mondatura delle erbe e dei fiori
Ricordo che questo rito si protraeva per tutta la primavera impegnandoci nella raccolta e pulizia delle erbe e dei fiori, già nel bosco e nei prati, per poi proseguire a casa con il lavaggio e la mondatura delle stesse.
Successivamente le erbe selvatiche ed i fiori sarebbero state inserite in pentola insieme ad una cipolla ed a qualche patata, per dare una consistenza morbida e corposa.
Ricordo che mi piaceva assaporare questa zuppa soprattutto convalescente, dopo un raffreddore per sentire l’amore della famiglia e della natura.
Per questo ancor di più, oggi, adoro la “primula vulgaris”, che considero anche rimedio per la malinconia, dovuata alla mancanza delle donne della mia famigla.
La primula vulgaris, etimologia e coltivazione
Il nome della pianta deriva dal latino “primus” ed annuncia uno dei primi fiori di primavera, che si può vedere anche prima dello scioglimento della neve.
La primula vulgaris si coltiva per suddivisione degli esemplari in una posizione a mezz’ombra, sotto un albero deciduo (che perde le foglie in inverno). Se ponete le piantine in un campo aspettate a tagliare l’erba fino a metà estate per dar loro modo di disseminarsi.
Le specie coltivate sono commestibili
Dalla primula vulgaris derivano molte primule coltivate ed ibridi dai vivaci colori, anch’esse dai fiori commestibili, che si prestano a vivere in casa ad una temperatura non superiroe ai 13 gradi.
La primula vulgaris in cucina
In cucina la primula vulgaris è ricca di vitamina C e sali minerali.
Le foglie laterali della rosetta ed i fiori di primula si usano per la preparazione di zuppe, minestre, risotti e torte salate.
Le foglie più tenere si usano crude nelle insalate e nei formaggi dolci ed hanno un sapore speziato che ricorda l’anice, con una punta di amaro ed anche in cottura il gusto non cambia.
I fiori sono neutri con un pizzico di dolcezza.
I fiori appena colti si usano crudi per ingentilire insalate e formaggi freschi e sono ottimi con le foglie più tenere abbinati ad un carpaccio di agrumi, mentre canditi e freschi si utilizzano per decorare i dolci, oppure per fare gelatine e macedonie.
Un libro di ricette con i fiori e le erbe selvatiche
Se vi piace la cucina con i fiori e le erbe selvatiche acquistate il mio libro ed ebook intitolato: MangiAmo i fiori e sperimentate le mie ricette. Troverete anche le schede delle piante, le ricerche scientifiche sui poteri antiossidanti delle erbe selvatiche e dei fiori e tante altre curiosità.
Potete acquistare il libro sul sito www.youcanprint.it
Proprietà erboristiche della primula
La primula ha proprietà analgesiche, grazie alla presenza di due derivati dell’acido salicidico, e poi proprietà espettoranti (decotto di radici per tosse, bronchite, raffreddore), emollienti e rilassanti (l’infuso di fiori allevia l’emicrania ed è indicato per i bambini irrequieti) ed è utile in caso di dolori reumatici ed artritici (decotto di foglie e radici).
Primula Veris
Oltre alla “primula vulgaris” esistono numerosissime specie di primule tra cui la “primula veris” o “primula odorosa”.
Essa cresce in zone montane ai margini dei boschi ed a differenza della primula vulgaris presenta fiori solitari o più fiori raccolti in strette ombrelle, simili a mazzi di chiavi, appoggiati su uno stelo più lungo.
Questi mazzetti di fiori profumati hanno fatto sì che la pianta venisse chiamata in tedesco schlüsselblume (chiavi del cielo) ed in inglese bunch of keys (mazzo di chiavi).
Proprietà erboristiche, più due infusi
I fiori di questa primula veris, di color giallo oro, come la “primula vulgaris” hanno proprietà diuretiche ed espettoranti per via della primulina.
Per un infuso anti tosse e bronchiti e procedere così: porre due grammi di radici su 100 ml di acqua.
Per avere una tisana depurativa, sedativa ed antispasmodica usare un grammo di fiori in 100 ml di acqua.
La primula veris, un fiore a rischio di estinzione.
La “primula veris” purtroppo è in pericolo di estinzione per via delle raccolte indiscriminate, però si possono acquistare le piante ed i semi nei garden center.
– La semplicità della primula vulgaris in fiore per me è simbolo di rinnovamento stagionale, rinnovamento d’amore e gioia di vivere.
Bibliografia:
Erbe consentite erbe proibite – Ida Salusso – Verde libri editore srl, 2014
Nuovo Erbario Figurato, G. Negri – Hoepli, 2014
Riconoscere i fiori spontaneei – Margot e Roland Spohn – Ricca Editore, 2013
Enciclopedia delle erbe, riconoscimento e uso medicinale alimentare, aromatico, cosmetico -Edizioni del Baldo, 2012
L’erbario, Jekka McVicar, Logos Edizioni, 2009
Erbe spontanee commestibili – Riccardo Luciano , Carlo Gatti – ed. ArabAFenice, 2007
Enciclopedia delle piante, I Grandi Manuali – Fabbri Editore, 2000
Tutti i diritti sono riservati
Indicazioni e proprietà erboristiche delle piante e dei fiori sono riportate a titolo indicativo, con indicazione della bibliografia e non costituiscono alcun tipo di consulto, prescrizione o ricetta medica, erboristica, alimentare. naturainmentecalliopea.it non garantisce sulla validità dei contenuti riportati in questo sito. La verifica individuale indipendente è sempre raccomandata.
(per l’uso delle immagini è necessario chiedere il consenso all’autore del sito)