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Come eroi greci tra fiori di urginea maritima
Quel giorno, tutto ad un tratto il cielo si fece plumbeo, sembrava minacciasse di piovere. Solo la luce filtrata del sole riusciva a farsi varco tra le nuvole scure, quasi ad indicare il percorso ai tre amici.
Così marciarono di buon passo, tra la vegetazione mediterranea, con lo sguardo attento in osservazione della natura. Attraversarono fiumare senz’acqua e varcarono dune di sabbia inebriati dal profumo del mare.
In quel procedere si resero conto che stavano lasciando le loro orme su quella terra come avevano fatto gli antichi greci nei tempi passati.
Così respirarono lievi profumi di piante, portati dalla brezza marina e vennero contagiati dalle remote influenze elleniche, sentendosi eroi a difesa della natura che li circondava. Fu in quel momento che pensarono di vedere il fiore dell’asfodelo, simbolo, per gli eroi greci, di vita ultraterrena, ma in realtà, osservandolo meglio, si resero conto che stavamo marciando tra fiori di urginea marittima o drimia.
Urginea Marittima o drimia, pianta mediterranea
Il fiore che avvistammo nella nostra passeggiata era Urginea Marittima o drimia maritima, sempre della famiglia delle liliaceae, che se inesperti, può essere confuso con un asfodelo, ma che in realtà è una delle piante mediterranee più caratteristiche.
Descrizione
Urginea marittima è una pianta erbacea perenne che si sviluppa da un grande bulbo bianco, spesso affiorante dal terreno, grosso fino a 18 cm di diametro. Dal bulbo si sviluppano spesse radici.
Il bulbo sembra una grossa cipolla ed è tunicato.
Habitat ed altri nomi
La pianta di urginea si vede lungo le coste marine in terreni rocciosi o sabbiosi.
La drimia marittima è nota anche come cipolla di mare, per via del suo bulbo.
La notiamo anche nelle isole Cicladi, in grande quantità, sotto forma di eleganti pennacchi bianchi mossi dal vento.
I fiori della urginea marittima
I fiori di urginea iniziano a svilupparsi da fine estate in avanti, gradatamente, con un solo scapo fiorale violaceo, eretto ed alto tra i 60 ed i 150 cm.. Il fiore sboccia da fine agosto ad ottobre, regalandoci splendidi fiori, che spiccano sull’ambiente ormai secco.
I fiorellini aforma di stella, raccolti in grappolo, che possono essere centinaia su un fusto e sono caratterizzati da n. 6 tepali bianchi, con una sottile nervatura centrale rosa scuro-viola.
Il frutto è una capsula tonda che contiene dei semi alati.
Il fogliame
Le foglie, lunghe anche fino ad un metro e larghe dieci centimetri, sono lineari, glabre, e sono disposte in una rosetta metrobasale. Le foglie hanno la particolarità che sono verdi dall’inverno, primavera, mentre seccano prima della fioritura. Esse non vengono mangiate dalle capre perchè, come il bulbo, sono velenose. Nelle isole Piccole Cicladi, in pieno inverno, spuntano dal bulbo ciuffi verdi di urginea. Queste foglie sono molto elastiche e coriacee e non temono il calpestio degli animali e dell’uomo.
Sul bulbo di urginea m.
Il bulbo velenoso di questa pianta contiene glucosidi cardioattivi letali anche a piccole dosi.
In passato i glucosidi erano impiegati per le insufficienze cardiache.
Il bulbo veniva usato anche come veleno per i topi, in particolare la varietà a fiore rosso.
Gli altri principi attivi sono l’urginina, la scillina, mucillaggini ed ossalati di calcio.
Bibliografia:
Guida alla flora dell’Aspromonte, Giovanni Spampinato, Laruffa Editore, 2014
Flora del Mediterraneo, Schonfelder, Ricca Editore, 2014
Nuovo erbario figurato, G. Negri, Hoepli edizioni, 2014
Fiori del mare di Liguria, Marco Alberti, Edizioni grafiche Amadeo, 2008
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